Capitolo Metropolitano Fiorentino

Il Capitolo Metropolitano Fiorentino ha sede presso l’ex chiesa di S. Pietro in Ciel d’Oro ( o S. Pier Celoro), situata in Piazza del Capitolo a Firenze, citata per la prima volta in un diploma imperiale del 962.
Con la costruzione della novella cattedrale la chiesa si trovò ad essere accerchiata dalle abitazioni dei canonici, in una sorta di isola delimitata da un muro di cinta.
Perse quindi la sua funzione parrocchiale e contemporaneamente nacque l’idea di trasformarla in una biblioteca pubblica di proprietà dell’Opera del Duomo.
Il progetto fu sostenuto dai consoli dell’Arte della Lana e dalla Signoria, ed ebbe l’autorizzazione di Papa Niccolò V, istitutore della Biblioteca Vaticana, e dell’Arcivescovo Antonino Pierozzi.

La “Casa della sapienza”, come allora venne definita e come ancor oggi si legge sopra il portone d’ingresso (“Sapientia aedificavit sibi domum”), aprì al pubblico nel 1448. Purtroppo, essendo ubicata all’interno della canonica, ed essendo costituita principalmente da donazioni di prelati, divenne ben presto la libreria dei canonici. Inoltre la convivenza tra la biblioteca pubblica ed il Capitolo (che svolgeva nella sede capitolare le proprie attività) divenne sempre più difficile. Così nel 1680 la raccolta libraria fu stipata nella residenza dell’Opera del Duomo (attuale museo), mentre il Capitolo sistemò nello spazio che accoglieva la biblioteca il proprio archivio, che ancora vi è conservato.
Nel 1778 il Granduca Pietro Leopoldo soppresse definitivamente la biblioteca: manoscritti ed incunaboli passarono alla biblioteca Medicea Laurenziana. (I manoscritti si trovano tuttora nel Fondo Edili) gli incunaboli invece, nel 1783, vennero trasferiti definitivamente alla biblioteca Magliabechiana. Del rimanente materiale librario non si hanno più notizie.

La “Casa della sapienza” comunque non scomparve completamente. Da una pianta del 1839 si evince infatti che la parte della sede capitolare che si affaccia su via della Canonica, all’epoca accoglieva una piccola libreria: il nucleo della biblioteca odierna.
Attualmente il Capitolo Metropolitano Fiorentino è sede dell’archivio storico e della biblioteca della medesima istituzione. L’archivio, che si compone di circa 5000 unità, è articolato in due sezioni principali: il fondo diplomatico e l’archivio cartaceo, con una copertura cronologica che si estende dal IX al XX secolo. La biblioteca, specializzata in opere di argomento religioso e storico-artistico toscano, si compone di circa 10000 volumi, che comprendono cinquecentine e manoscritti.

Il materiale archivistico e librario può essere consultato dagli utenti nella suggestiva sala studio ubicata all’interno dell’archivio.
Uno dei compiti dell’istituzione capitolare è quello di tramandare e conservare la propria storia, inevitabilmente e naturalmente intrecciata a quella della città di Firenze, con le sue tradizioni e la sua arte.
Per questo, al regolare servizio di consultazione, il Capitolo periodicamente affianca l’allestimento di mostre, volte a far conoscere il proprio patrimonio archivistico ed artistico.

Sono inoltre organizzate visite guidate alla sede, ospite silenziosa e immutabile di pregevoli opere d’arte, talvolta commissionate per il Capitolo stesso, altre volte provenienti da chiese di sua proprietà o frutto di lasciti e donazioni.

Il Capitolo è un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, in cui ogni oggetto tramanda storia e vita vissuta. Tra le opere d’arte più importanti troviamo la tavola raffigurante la Madonna col Bambino attribuita a Cosimo Rosselli (1501), il crocifisso processionale in cartapesta attribuito a Felice Palma (sec. XVII, primo quarto), l’Annunciazione attribuita alla scuola di Andrea Del Sarto (1505-1510), il ritratto di Antonio Medici attribuito al Sustemans (16450-1660), la tavola attribuita a Francesco Brina ritraente La B.V.M. col Bambino, S. Anna e S. Giovanni fanciullo (sec. XVI), la crocifissione su lastra d’argento attribuita ad Alessandro Allori (sec. XVI, ultimo quarto).

Il Capitolo del Duomo di Firenze è lieto di annunciare l’apertura della propria sede a visite guidate, con lo scopo di far conoscere la storia di una delle più antiche istituzioni della nostra città, e di far “gustare” le sue opere d’arte, squarci di vita vissuta, aneddoti e curiosità alla ri-scoperta della nostra identità culturale.

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